La protezione è hi-tech: il made in Italy sfonda

Written by Alessandro Piazza on . Posted in Antifurto

La sicurezza prima di tutto. Mai un luogo comune ha calzato così tanto a pennello per un settore, quello della Sicurezza, che in questi anni di crisi è riuscito a difendersi meglio dell’intero manifatturiero italiano. Sono le aziende che si occupano dei sistemi antincendio, della sicurezza degli edifici, dei sistemi anti-intrusioni e della videosorveglianza.

E di quel mare di certificazioni e di rapporti con gli enti che assediano ogni giorno le imprese. La svolta per affrontare le turbolenze del mercato interno è stata l’internazionalizzazione, grazie alla quale le aziende sono andate a cercare i mercati là dove la crescita era pur sempre garantita. Il resto lo hanno fatto l’innovazione tecnologica e la qualità su cui le aziende devono puntare per rimanere ad alti livelli, nonché la scelta di incrementare i servizi.

A fine 2013, secondo i numeri dell’Anie Sicurezza, il settore si è trovato un fatturato totale aggregato pari a circa 2 miliardi di euro, con un contributo positivo sia del canale estero sia della domanda interna. La crescita è stata dello 0,9% che segue l’un per cento dell’anno precedente e il più 4,9% del 2011. Con riferimento al mercato interno è risultata trainante la domanda di tecnologie ad alto contenuto specialistico e non standardizzato, in risposta secondo l’Anie alla crescente percezione di insicurezza legata alla diffusione dei reati contro il patrimonio.

L’incertezza del contesto economico italiano ha portato poi le imprese a esplorare nuovi mercati, creati dall’innovazione tecnologica e frutto dell’attività di internazionalizzazione. La prova è offerta dalle esportazioni che, pur rimanendo ancora limitate in rapporto al fatturato, nel periodo 2009-2013 hanno evidenziato una crescita annua media vicina al 10%. Nell’attuale contesto congiunturale, gli operatori della Sicurezza lamentano comunque continue tensioni sui margini. Anche per il 2014, i punti più critici sono l’accesso al credito e i ritardati pagamenti.

Secondo una rilevazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Mestre, dall’agosto del 2011 allo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle imprese italiane sono diminuiti di 89 miliardi di euro (-8,9%). Nella storia recente del nostro Paese ha commentato il segretario Giuseppe Bortolussi non si era mai verificata una contrazione del credito alle imprese così vigorosa. E dopo i risultati emersi dallo stress test voluto dalla Bce, la situazione potrebbe addirittura peggiorare.

La difficoltà nel reperire la liquidità è acuita dai ritardi nei pagamenti, anche da parte dello Stato. Stando agli ultimi dati della Commissione Ue, l’Italia paga le proprie fatture con una tempistica media di 180 giorni. La direttiva dell’Unione europea, introdotta su spinta del governo Monti il primo gennaio 2013, prevede invece che lo Stato onori i suoi debiti con il settore privato in un tempo massimo di 30 giorni, o 60 in casi specifici come il settore sanitario. Per l’anno in corso lo scenario del manifatturiero italiano non è certo migliore. Il sondaggio di ottobre sulla fiducia dei direttori di acquisto delle principali aziende manifatturiere dell’Eurozona, condotto da Markit fotografa un’Europa a due velocità. A causa della scarsa domanda che ha continuato a condizionare la crescita sia della produzione che dei livelli occupazionali dei paesi membri della moneta unica, ad ottobre il settore manifatturiero dell’Eurozona rimane in una condizione di quasi stagnazione .

L’istituto spiega che la crescita in Germania, Spagna, Paesi Bassi e Irlanda controbilancia le contrazioni delle altre nazioni. La grosse disparità evidenziate dagli economisti relegano purtroppo l’Italia nel gruppo dei ‘cattivi’, insieme alla Francia. L’indice Pmi tricolore è risultato infatti in calo a 49 punti, ai minimi da 17 mesi (erano 50,7 punti a settembre), mentre quello transalpino è peggiorato a 48,5 punti, minimi da due mesi. A dispetto di queste difficoltà nel corso del 2014, il comparto Sicurezza ha mantenuto stabilità nei fondamentali e ha mostrato addirittura una crescita del fatturato più sostenuta: il giro d’affari dovrebbe chiudere a fine anno con +4,5%. La dinamica complessiva di comparto è frutto di andamenti differenziati espressi dai diversi segmenti merceologici che lo compongono, ha spiegato l’Anie.

Secondo i preconsuntivi disponibili, nel corso del 2014 il segmento Antintrusione ha evidenziato segnali di debolezza, mentre il segmento Antincendio ha registrato una sostanziale stabilità sui livelli dell’anno precedente. Il segmento Videosorveglianza continua a mostrare una maggiore dinamicità, anche grazie ai diffusi fenomeni di sostituzione tecnologica. In linea con l’anno passato però il rafforzamento del tasso di crescita mostrato deve ancora molto alla capacità delle imprese di cogliere opportunità in mercati esteri ancora dinamici e caratterizzati da una maggiore tenuta degli investimenti , sostiene l’Anie. Anche nel 2014 il canale estero ha continuato a fornire un contributo positivo allo sviluppo. Hanno mostrato un andamento notevole le vendite estere rivolte al tradizionale mercato europeo, che rappresenta circa l’80% delle esportazioni. I Paesi dell’Est europeo, il Nord Africa e il Medio Oriente sono fra i principali mercati di sbocco. Nel corso del 2014 il comparto Sicurezza ha mantenuto stabilità nei fondamentali e ha mostrato addirittura una crescita del fatturato più sostenuta

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Alessandro Piazza

Recensore del Sito Web Antifurtone

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